03 settembre 2012

Pattinaggio e Giochi Olimpici hanno una relazione complicata


Oggi sono in vena di scrittura seppure non sia un momento tranquillo della mia vita.

Quello che vorrei fare oggi è un'analisi del pattinaggio in relazione a quello che è stato l'evento dell'anno: i XXX Giochi Olimpici a Londra 2012.

E' chiaro che il punto focale della discussione sia e debba essere incentrata sulla cosa più importante, ossia il fatto che le discipline su rotelle ed in particolare il pattinaggio corsa non fanno parte del programma olimpico.
Durante queste olimpiadi la mia attenzione si è volutamente soffermata su molti particolari che fino ad ora non avevo mai considerato: il numero di nazioni partecipanti alle singole discipline, la popolarità della disciplina, la spettacolarità televisiva.

Riporto l'attenzione su quelle che sono le discipline rotellistiche. Da ora in poi i miei discorsi riguarderanno la singola disciplina del pattinaggio corsa, poichè è quella che conosco maggiormente e approfonditamente. In secondo luogo è quella che, a mio avviso, rientra di più nei canoni degli ultimi giochi olimpici, fondati oramai su ascolti televisivi, quindi spettacolarità, e sponsorizzazioni.

Partiamo dal primo punto di analisi: il numero di nazioni partecipanti alle singole discipline.
In passato il punto debole del pattinaggio credo fosse proprio questo. Le nazioni partecipanti erano poche e malgrado gli spot olimpici della federazione italiana di pattinaggio e di quella internazionale era innegabile come fosse del tutto impossibile che il pattinaggio potesse rientrare nella rosa degli sport olimpici (da considerare come periodo temporale quello dalla nascita del pattinaggio in linea in poi).
Oggi, invece, a ridosso dei campionati mondiali 2012 è innegabile il grande passo avanti fatto a livello internazionale. Sembra incredibile vedere nella lista per i test della pista, nazioni come il Pakistan, la Repubblica Dominicana o il Bangladesh. E' bellissimo!
Alle ultime olimpiadi, invece, per me è stato incredibile vedere delle discipline con pochissime nazioni partecipanti, mi viene in mente la scherma in primis, ma anche il tiro con l'arco oppure il ciclismo su pista, solo per fare degli esempi. E' invece stato bello vedere degli sport insospettabili come il judo avere una schiera incredibile di nazioni partecipanti.
Il pattinaggio DEVE sfruttare questo primo campionato del mondo ricco di nazionalità diverse, con il membri del CIO che probabilmente saranno ad Ascoli Piceno e a San Benedetto a valutare questo sport per l'ingresso nel 2020, e puntare l'attenzione su un probabile sviluppo in futuro.
Continua dopo il salto.

Il secondo punto che vorrei toccare è quello della spettacolarità.
Il pattinaggio corsa riesce ad essere estremamente spettacolare, ma al tempo stesso, in previsione olimpica, avrebbe bisogno di alcune modifiche per rendere alcune gare meno noiose per il grande pubblico. E' il caso delle gare a cronometro e delle gare di fondo.
La gara a cronometro è molto bella per i partecipanti, ma poco avvincente per chi vede. Magari con degli espedienti televisivi risulterebbe più interessante, ma rimane comunque una gara con un solo partecipante per volta e con un forte dispendio di tempo. Su pista magari sarebbe interessante proporla con la formula ad inseguimento.
Le gare di fondo, invece, risultano spesso interessanti, ma a volte viziano  di poca dinamicità nella prima parte, nel caso delle gare in linea. Discorso a parte per la gara a punti, molto bella visivamente, ma che deve essere supportata a pieno a livello televisivo. Un esempio interessante è il sistema di sovra-impressione delle gare nascar o formula indy, dove c'è una striscia in basso in continuo movimento abbastanza veloce con le posizioni di ciascun pilota. Nel caso del pattinaggio potrebbe indicare gli atleti che hanno conquistato punti, ovviamente secondo una classifica aggiornata. E' inoltre da tenere in considerazione che il ciclismo su pista ha deciso, invece, di escludere la gara a punti a favore di una gara combinata.

Discorso a parte merita la maratona. Maratona che, secondo il mio parere, sarebbe il vero punto cardine su cui puntare l'attività e gli sforzi delle federazioni nazionali e di quella internazionale. L'unica disciplina che potrebbe fare da ponte fra il piccolo mondo del pattinaggio, il grande mondo degli sponsor multinazionali e il grande pubblico. Quello da fare è sfruttare a pieno il modello di Berlino, magari abbinando, almeno inizialmente, la gara di pattinaggio a quella podistica, come succedeva anche a Roma fino a un decennio fa, per poi svilupparsi in modo indipendente con il passare del tempo.
E' incredibile pensare che il pattinaggio corsa non si renda conto dell'incredibile importanza che gli atleti amatori hanno. Il settore fitness è ciò che fa i numeri, numeri che esistono veramente, altrimenti catene come Decathlon non avrebbero una sezione per il pattinaggio. E oltre ai pattini c'è da considerare la parte abbigliamento. Abbigliamento che per i grandi marchi sportivi sarebbe già esistente, quindi a costo progettuale pari a zero, potendo utilizzare già i body dell'atletica e i paravento da corsa o ciclismo. Mi sembra quasi impossibile che se più di una federazione nazionale si desse da fare, i grandi marchi come Nike o Adidas potranno rimanere indifferenti a una nuova fetta di mercato. Ma la fetta di mercato, o meglio nicchia, sarebbe data dai fitness, gli amatori, con il settore corsa destinato a far pubblicità ai nuovi prodotti, così come avviene con l'atletica e in tutti gli sport.
Ogni maratona dovrà essere un evento che possa coinvolgere a pieno i fruitori dei pattini, coinvolgendo i bambini e magari i genitori, che per accompagnarli dovranno comprarsi un paio di pattini. La gara agonistica sarà così un evento all'interno dell'evento Maratona, avrà però un montepremi ricco così da invogliare alla partecipazione, magari anche dall'estero. E a farla da padrone ci dovranno essere gli sponsor, attori ormai necessari, che vanno coinvolti e con i quali bisogna confrontarsi. 
Se intanto si cominciasse a fare qualcosa nelle città più importanti e fattibili a livello territoriale sarebbe un grande passo avanti. Mi viene in mente Milano, totalmente pianeggiante, la già citata Roma, ma anche Firenze, ecc, ecc. Tutte città che hanno delle maratone podistiche già esistenti. Delle vetrine enormi, da sfruttare a pieno, ma incredibilmente ignorate.

Di cose da dire ce ne sarebbero molte altre ancora. Di idee pure. Scrivete nei commenti cosa ne pensate dell'argomento e magari quali soluzioni adottereste, magari cercando di allontanarvi dalle logiche attuali di gare - trofei - campionati.

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